Il fine giustifica il mezzo? Lo spartiacque è questo, anche se poi le implicazioni sono molteplici e le risposte categoriche rischiano di avere il perimetro un po’ troppo ristretto. Ma decidere oggi cosa l’Intelligenza Artificiale possa fare, perché, ma anche come, è uno dei quesiti più interessanti a cui chi si può essere chiamati a rispondere. Non per niente, la stessa Comunità Europea è da qualche tempo indaffarata per cercare di anticipare i quesiti di domani, mettendo i paletti che segnano il percorso da cui non uscire. È di fatto l’Artificial Intelligence Act, che come tradisce il nome stesso cerca di mettere nero su bianco un regolamento uniforme per mettere gli argini e indirizzare il corso di questo fiume in piena che sinteticamente è indicato come Ai.
Questo è solo uno degli spunti che Luinetti sta cercando di scannerizzare sui quattro lati e nelle svariate dimensioni in cui prende forma, contemplando necessariamente anche gli aspetti etici che l’Ai deve salvaguardare per poter essere nei fatti uno strumento sostenibile, a più livelli, per il beneficio della comunità tutta. Non è tanto un approccio di divieti, quanto di sistemi valoriali. Altre realtà sociopolitiche in giro per il globo hanno dimostrato, in questi mesi, di avere approcci differenti e sensibilità non uniformi. Basterebbe immaginarsi un luogo di lavoro in cui un sistema di riconoscimento facciale misuri modalità di lavoro, tempistiche di riposo e quantificazione dello sforzo produttivo, in spregio alle tutele di cui il lavoratore può beneficiare, quantomeno a queste latitudini giuridiche.
Trasparenza, diritto d’autore dei contenuti usati, elaborazione delle varie policy di utilizzo per creatori e utilizzatori dei sistemi di intelligenza artificiale, ma anche strumenti di governance e misure sanzionatorie, sorveglianza umana e supporto, tutela della riservatezza e assenza di discriminazioni e bias: non sono che alcuni degli spunti su cui oggi il mondo del lavoro, della società e della politica sono chiamati a rispondere.
Come ogni tecnologia, anche l’Ai ha impatti che possono incidere su dinamiche ecologiche e sociali, a cui anche atenei italiani stanno lavorando per fornire un approccio quanto più consapevole e human centred. Tutte tematiche che Luinetti persegue da sempre e che ora, sull’uscio di un nuovo mondo che si sta solo svegliando in questa nuova alba tecnologica, promette orizzonti sconfinati e nuove sfide da affrontare.